domenica 12 settembre 2010

Pippo e Tuna. Per chi non perdeva un sabato...




Diario da cani. Dialoghi tra Pippo e Tuna tradotti in “umanese”.

Di Pietro Calabrese

LA LUNGA ESTATE DEGLI (INFAMI) ABBANDONI.

Già di natura, Pippo non è un giocherellone. È un giovane sfrontato e sarà un vecchio brontolone. Ma c’è un argomento sul quale non ammette il minimo scherzo: l’abbandono dei cani. Lui ne sa qualcosa. Quando il suo papi, cinque anni fa, l’ha trovato mezzo morto di fame e di stenti, era un cagnolino di pochi mesi che si reggeva a malapena in piedi. «Uno dei gesti più feroci e vigliacchi che l’uomo può compiere nei confronti del suo amico più fedele» spiega a Tuna che lo ascolta con gli occhi lucidi e il pelo un poco tremolante. «Il momento preciso dell’abbandono noi cani non l’avvertiamo mai. Non abbiamo nel nostro Dna una cellula che lo prevede. È una di quelle cose che ci sembra contro natura. Come possa un uomo prendere un cagnolino o un cane già adulto e lasciarlo in mezzo ai campi come è accaduto a me, o sul ciglio di una strada o, peggio ancora, sull’autostrada dove verrà falciato dalle macchine entro le prime ore dall’abbandono, ecco, questa è una cosa che non capirò mai». Si è fatto silenzio nella Valle romana sotto l’ingresso del Giardino Zoologico. Tutti gli altri cani stanno a sentire Pippo "il mafioso" (è stato abbandonato in Sicilia) che parla e racconta. «A me il terrore è venuto dopo qualche ora, quando il sole stava calando e avevo fame e sentivo fruscii e rumori, alcuni conosciuti, altri del tutto nuovi. Stavo a metà di una collina in contrada Rapputi, e ad un certo punto ho visto cinque/sei randagi che venivano avanti frugando dappertutto. Avevano corpi asciutti, brutte facce, occhi crudeli e denti sempre in fuori. Mi sono spaventato e mi sono nascosto giù a valle, lontano dal grande contenitore di rifiuti dove avevo sperato di trovare qualcosa da mangiare. Per settimane ho avuto solo fame e paura, paura e fame. Poi è arrivato papi».

Papi approfitta di questa rubrica per ricordare che OGNI ANNO IN ITALIA VENGONO ABBANDONATI AL LORO DESTINO CENTOMILA CANI, L’80% DEI QUALI DURANTE I MESI DI GIUGNO, LUGLIO E AGOSTO. E NON C’È AZIONE PIÙ INFAME.

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