venerdì 6 agosto 2010

La città nascosta sotto il castello


Si continuerà a scavare anche dopo ferragosto presso il castello di Agira: lo ha deciso la Soprintendente di Enna Beatrice Basile, che dirige personalmente lo scavo coadiuvata dalla dott.ssa Ileana Contino, alla luce delle importanti conferme avute circa la collocazione dell’acropoli della città greca.
Soddisfatto il Sindaco di Agira Ing. Gaetano Giunta che ha fortemente creduto nell’iniziativa ospitando i volontari di SiciliAntica che da tre anni ormai si avvicendano in una sfida che non è soltanto scientifica e culturale ma anche, e soprattutto, sociale: mentre nel 2008 venivano guardati con sospetto e diffidenza, oggi gli agirini cominciano a capire che gente proveniente da tante parti d’Italia opera anche per la crescita economica del piccolo centro ennese e che l’ipotesi, ritenuta utopistica fino a poco temo fa, di istituzione di un parco archeologico appare ormai una “necessità”.
L’area esplorata ricade all’interno delle pendici occidentali del monte, immediatamente sotto il pianoro su cui insiste il castello svevo.
L’ampliamento di uno dei saggi realizzati nelle precedenti campagne ha permesso di documentare una fase abitativa del IV secolo a.C. seguita da un riutilizzo in epoca arabo – normanna.
Poco più a valle l’apertura di altri due vasti saggi all’interno di una proprietà privata ha permesso l’individuazione di un cospicuo lembo dell’antica città greca: si tratta di ambienti del tutto integri il cui impianto planimetrico risulta perfettamente leggibile.
In particolare alcuni vani non violati, ancora sigillati dal crollo della copertura e caratterizzati dalla presenza di intonaco ancora attaccato alle pareti, sembrerebbero risalire ad una fase di fine V sec. a.C.
Notevole la quantità di ceramica e di monete recuperate, tra le quali molte emissioni siceliote in bronzo e in argento. Due rarissimi esemplari appartengono alla zecca di Agyrion, mentre un tesoretto di monete siracusane recuperato ancora in situ assieme ad armi in ferro all’interno di uno degli ambienti, contribuisce ad un a precisa datazione delle strutture rinvenute.
Certamente è ancora presto per poter fare previsioni sull’estensione dell’abitato, ma è ormai accertato che le pendici di Agira nascondono ancora intatta, per un’area di diverse migliaia di metri quadrati, la città greca tanto cara a Diodoro Siculo.

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